FREE BREATH | Lettura critica di Sonia Patrizia Catena
Il respiro è un ponte fra te e il tuo corpo; ti connette e ti ricongiunge costantemente al corpo.
Il respiro è anche un ponte fra te e l’universo, perché tu sei parte dell’universo, ogni cellula del tuo corpo è parte dell’universo e il respiro è il ponte.
Osho
I can't breathe...
George Floyd
Respira. Pausa. Respira. Pausa.
Un flusso ritmico di aria che esce e che entra dal nostro corpo.
Respiro libero?
Da quando siamo nati non ci siamo mai chiesti quanto fosse libero questo respiro, perché lo diamo per scontato, ogni giorno ispiriamo ed espiriamo in maniera autonoma, involontaria e senza pensarci. O forse non è più cosi? L'artista Alex Sala decide di scrivere a chiare lettere, in un candido bianco, la frase "FREE BREATH" su un soffocante sfondo nero e di invadere con questi cartelloni, come in un'operazione molto attuale di guerrilla marketing, le periferie delle città di Milano e Varese. Un'azione di rottura che modifica la logica emozionale dell'affissione pubblicitaria innescando la curiosità spontanea di amici, artisti e flâneur contemporanei di instagram che chiedono a Sala di essere coinvolti e di partecipare a questa azione di "disturbo urbano". Una semplice scritta mette in discussione una modalità di pensiero, attraverso il quale ci siamo sempre riconosciuti, sollevando nuovi paradigmi e riflessioni. L'idea alla base del lavoro è di rivendicare il diritto di respirare liberamente. Dall'opera FREE SPACE (2017) in cui l'esigenza era di trovare spazi interiori liberi in cui rigenerarsi, l'artista - questa volta - ragiona sul "potere" del respiro sulla scia di due episodi attuali: il COVID-19 e la morte di George Floyd a Minneapolis. Due volti della stessa medaglia: da un lato l'obbligo delle mascherine anche in spazi aperti e isolati - pena una multa - che limitano una respirazione profonda, dall'altro un uomo che muore soffocato sotto il ginocchio di un poliziotto solo per il colore della sua pelle. L'operazione di Alex Sala è un urlo di denuncia, come lui stesso afferma: "il diritto naturale che dalla nascita ci appartiene cioè quello di respirare liberamente è ora, in parte, stato negato. Tutti gli esseri senzienti e non devono respirare per vivere. Se ci tolgono quello siamo finiti, terminati, violati e schiavizzati!"